E’ stata recentemente pubblicata un’indagine da cui emerge una vera e propria passione, per milanesi e romani, per i loft. Sono essenzialmente due le categorie che si interessano a questo tipo di immobile, i giovani creativi e imprenditori, da una parte, i single e investitori, dall’altra.

Mentre i primi scelgono tagli oversize, oltre i 200 mq, per coniugare sia esigenze abitative che di lavoro, potendo, così, sfruttare l’appartamento per organizzare cene e meeting, gli altri, invece, scelgono tagli più ridotti, meno di 100mq, che si adattano meglio per un investimento.

“La quotazione di un loft di pregio dipende molto dalla presenza o meno di accessori esclusivi, come aree di wellness private, e naturalmente dalla posizione”,  si evidenzia dall’indagine. “Milano è stata la prima città italiana ad importare questo tipo di immobile, rielaborando le tendenze più fashion provenienti dagli Stati Uniti, dove il loft è nato negli anni ’70. A Milano ci sono richieste sia in centro sia in zone semi-centrali. I loft fuori dal centro sono per lo più degli open space, piuttosto che dei veri e propri loft industriali”.

I prezzi per metro quadro, a Milano, oscillano dai 3,000 agli 8,000 euro a seconda dell’ubicazione. Infatti, in Centro, i prezzi variano dai 6,500 agli 8,000 euro, nelle zone limitrofe, come Corso Sempione, scendono a circa 5,500 euro, per arrivare fino ai 3,000 per open space ristrutturati in zone adiacenti alla Circovallazione esterna.

A Roma, invece, i prezzi sono più alti, si arriva anche a 12,000 euro per un loft in Centro storico con terrazze panoramiche o ampi spazi di rappresentanza. In altre zone, come Ostiense o Pigneto, che originariamente ospitavano magazzini industriali o laboratori, si può pagare, a seconda dell’ubicazione, dai 4,000 ai 6,000 euro al metro quadrato.

“Negli ultimi anni, l’interesse nei confronti del loft sul mercato romano è cresciuto molto, Il loft nasce prevalentemente in un contesto casa/lavoro dove coniugare lo spazio lavorativo con quello abitativo, infatti piace molto ad artisti e liberi professionisti che amano gli spazi aperti.” chiude l’indagine.